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Introduzione


Introduzione

 

 

Gli elementi portanti del pensare pedagogico
nella Famiglia del Murialdo

Bissoni A.

 

Il diamante e la luce

 

Ci sono due modi diversi non necessariamente antagonisti, di mettersi in relazione con gli altri.

Il primo modo mette l’attenzione sulle grandezze, sulle quantità, sulle differenze.

Il secondo modo è attento a riconoscere la qualità delle relazioni. Vede le relazioni gioiose, sofferenti, accoglienti, intolleranti. È attento a riconoscere sistemi motivazionali che abitano nel cuore della persona. Leva gli occhi per vedere gli obiettivi che il soggetto cerca di raggiungere. Valuta la tensione interiore da quella disturbata a quella sana. Distingue gli ideali motori da quelli umani a quelli religiosi.

Il XX Capitolo generale della Congregazione di S.Giuseppe, celebratosi nell’anno 2000, ha prodotto tra le altre, queste valutazioni: «La capacità di analisi e confronto tra confratelli e tra confratelli e laici si va rapidamente affievolendo nella misura in cui le comunità religiose sono sempre più piccole e il laicato non è considerato reale interlocutore, ma "collaboratore". Si va perdendo il gusto del confronto interpersonale e ci si chiude nella difesa di progetti sempre più individuali. V’è una forte necessità di riattivare l’incontro interpersonale, la capacità di analisi critica sul proprio operato, la volontà di confrontarsi, l’istanza di agire come comunità educativa e non come singoli».

Tali valutazioni hanno orientato la ricerca dei modi dell’educare presente oggi nella Congregazione dei giuseppini del Murialdo. Sulla scia di tale direzione di ricerca si colloca il convegno che vede impegnate tutte le componenti della Famiglia del Murialdo, dal tema: Per tenere vivo il pensiero pedagogico.

Svoltosi in Brasile a Fazenda Sousa (2005), il convegno ha offerto l’opportunità di mettere sul campo della ricerca alcune aree fondamentali riguardanti l’intera attività educativa della Congregazione e quindi della FdM: 1. Le esigenze dei giovani d’oggi e la nostra pedagogia; 2. La nostra pedagogia si confronta con la scienza pedagogica di oggi; 3. I fondamenti spirituali della pedagogia; 4. L’opera educativa:un ponte che trasferisce in modo fedele doni ricevuti in progettualità creativa a servizio sia dei grandi gruppi, sia dei singoli.

I contenuti complessi ed articolati di tale convegno, riportati nel presente volume, costituiscono semplicemente una banca dati che ha cercato di registrare e custodire con fedeltà il pensiero dei vari mittenti. Tali "dati" permettono di individuare tracce del percorso educativo in atto nella FdM, mentre offrono indicazioni per nuovi progetti formativi.

 

La forte necessità di riattivare l’incontro personale rilevata dal XX Capitolo Generale, trova oggi una rinnovata attenzione al modo di guardare: la qualità delle motivazioni presenti nelle relazioni; gli obiettivi espliciti da raggiungere; il livello di sviluppo della coscienza, cioè del ragionamento morale; la forza trasformante prodotta dalla esperienza situata nell’orizzonte religioso… di quanti si trovano impegnati in un’opera educativa illuminata dallo stesso carisma.

Ci troviamo così in piena sintonia con le esigenze di ridefinire la significatività dell’essere una Famiglia di educatori agilmente inseriti nel nostro tempo, attenti a leggere i segni e a tradurli in validi rapporti educativi; attenti ai vari bisogni dei giovani; per offrire forme e contenuti di vita dense di esperienze di accoglienza, di fede, di senso di Chiesa, di relazioni personali con Dio, di risposta matura e responsabile alle domande proprie della vocazione cristiana…

Alcuni parametri sociologici che orientano la ricerca di significatività, possono essere quelli compresi nei termini di: cultura attuale, interculturalità, mondialità, territorio. Sembra cioè, che la ricerca di significatività affacciata sul futuro debba ricamarsi articolata tra i suddetti parametri, almeno per quanto riguarda il volto antropologico e relazionale.

La presente elaborazione non intende essere una sintesi dei "dati" prodotti nel convegno di Fazenda Sousa, ma un primo profilo dinamico del come nella FdM si organizza il pensiero pedagogico-religioso.

Gli elementi che rendono possibile una relazione e la trasformano in rapporto educativo sono come le varie sfaccettature di un diamante, grazie alle quali la luce riverbera rivelandone il colore, l’inclinazione, la grandezza...

L’educatore è un diamante che riflette la luce e tocca altri diamanti. Pur luminoso, il diamante non è la luce, la riflette in base alla sua purezza all’ordine delle sue forme. Se informe, la luce non penetra, non viene riflessa.

Sapendo che Leonardo Murialdo è meglio riconoscibile come educatore che come pedagogista, percorrendo le tracce offerte dal convegno fatto Per tenere vivo il pensiero pedagogico, è possibile individuare, con una certa chiarezza, le polarità che ispirano quel pensare pedagogico che va formando uno specifico stile educativo "murialdino" attuale.

Ogni comunità educativa ha bisogno di elaborare un pensiero pedagogico vivo ed attivo per poter produrre forme educative efficaci, efficienti, attuali, personalizzate, verificabili.

Nella Congregazione dei Giuseppini del Murialdo, e nella FdM, sono riconoscibili linee di continuità, equivalenze educative, tra stile educativo passato e quello attuale. Le linee di continuità emergono dai recenti documenti che hanno reso visibile l’identità carismatica della Congregazione e la sua fecondità educativa centrata sui giovani e sul rigenerarsi della capacità formativa degli educatori

In sintesi, possiamo individuare cinque vaste polarizzazioni attorno alle quali andremo organizzando i dati indispensabili per dare volto unitario ed evolutivo al pensare pedagogico nella FdM.

  

A - La polarità interiore

 

Partendo dall’esperienza personale di essere soggetto amato personalmente, attualmente, misericordiosamente da Dio, la vita si va organizzando come risposta a Colui che ama per primo.

La via dell’interiorità si fonda su di un dialogo continuativo tra Dio Padre che non smette di comunicare attraverso suo Figlio Gesù; dialogo sostenuto e rigenerato dalla Chiesa, dai Sacramenti; illuminato e trasformato in decisione dinamica per opera dello Spirito Santo.

 

In particolare: le analisi e valutazioni emerse durante l’incontro comprensivo di giuseppini, suore murialdine, laici e collaboratori per tenere vivo il pensiero pedagogico permettono di riconoscere come significativi dei tratti di identità interiore necessari, e forse sufficienti, per riconoscersi appartenenti allo stesso carisma, alla stessa FdM.

Tratti caratterizzanti l’identità interiore sono dati da:

  1. la coscienza di essere passati dall’esperienza originaria battesimale dell’essere amato/a da Dio Padre, all’esperienza personale e consapevole dell’essere amato per primo da Dio, riconosciuto/a per nome da Lui, perdonato gratuitamente, misericordiosamente; attualmente, infinitamente.

  2. la capacità di lettura dei segni di Dio, di ascolto, di valutazione critica, di risposta

  3. la disponibilità a fare la volontà di Dio liberamente, gioiosamente, solo per Amore sull’esempio di Maria, mediatrice di tutte le grazie;

  4. la libertà di servire con prontezza, con umiltà, con fedeltà come ha fatto S.Giuseppe nella famiglia di Nazaret;

  5. il senso di responsabilità nell’affrontare i compiti educativi che ogni progetto formativo esige;

  6. il coraggio nel cercare e nel realizzare opere educative indicate dalla Provvidenza, richieste dalla Chiesa, dal bisogno dei giovani poveri;

  7. la capacità di riconoscere la vocazione personale che Dio rivolge ad ogni persona;

  8. il mantenersi in tensione verso la santità di vita come stile quotidiano del vivere; tensione sana riconoscibile nei tratti della tenerezza e della fermezza, della fede nel leggere i segni dei tempi e nella ricerca di comunione-famiglia nella relazione con gli altri, a partire dai componenti della propria comunità; riconoscibile nella familiarità con la preghiera personale e comunitaria, preghiera con il cuore di figlio/a gioioso nell’esperienza di comunione dentro la famiglia trinitaria e perciò, ecclesiale.

  9. ...

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    B - La polarità comunitaria

 

L’esperienza personale dell’essere amato e perdonato gratuitamente accende nuove risorse interiori che permettono di convertire lo stile di vita dall’essere paurosamente annidati su se stessi, alla libertà gioiosa del dono di sé; dalla paura di perdere la vita, alla decisione di donare la propria vita. L’esperienza religiosa provoca una gioiosa ed inaspettata esplosione nella vita, riscoperta come tesoro donato dal mistero di Dio Amore. La stessa relazione con gli altri riparte convertita.

La comunità è riscoperta come luogo abitato da quanti partecipano alla stessa esperienza di amore e perdono, e da quanti, di conseguenza, vedono i segni dell’amore misericordioso presenti ed operanti negli altri componenti la comunità di fede e di disponibilità educativa.

 

In particolare: Dimensione insostituibile che ispira il pensiero pedagogico proprio della FdM è quella costituita dalla relazione comunitaria.

La comunità, per sua natura, è un insieme di persone:

  1. che si relazionano tra di loro grazie agli stessi valori umani e religiosi oggettivi interiorizzati;

  2. che condividono metodi di ricerca e

  3. modalità operative.

L’appartenenza è frutto della compresenza dei tre elementi.

Possiamo riconoscere i soggetti componenti la FdM a partite dal grado di appartenenza.

I soggetti componenti il cuore della FdM, sono quelli capaci di progettare con creatività attenta all’oggi e con fedeltà alle radici carismatiche. In posizione più periferica vanno considerati quanti "condividono" in modo parziale e part-time i ruoli di servizio educativo Nella periferia più esterna vanno considerati gli stipendiati.

  

C - La ricerca compartecipata di forme educative

 

L’esperienza di essere amato da Dio mentre rigenera il desiderio di vivere "sensato", sostiene la ricerca di modalità di vita più adeguate all’identità della dignità della persona umana.

La ricerca di tali modalità incoraggia il contatto con quelle linee educative presenti nella cultura attuale, linee che riconoscono la dignità della persona umana, dignità da evolvere fino alla statura adulta di Figli di Dio.

Le scienze umane, cioè, sono riconosciute come fornitrici di valori umani, di strumenti, di metodi e modelli educativi da valorizzare a servizio della crescita umana, sociale, professionale dei giovani. L’antropologia cristiana viene valorizzata come sorgente di quei valori che orientano e caricano di senso ogni progettualità educativa.

 

In particolare: se dai frutti si riconosce l’albero, dalla assidua ricerca di contenuti e metodi a servizio dello sviluppo umano e cristiano, si riconosce un soggetto componente la FdM. In questo orizzonte va collocato il dialogo:

  1. con le scienze psico-pedagogiche e sociali attente ai modelli dell’intersoggettività;

  2. con la riflessione filosofica ed etica-morale che illumina la ricerca di senso della persona umana;

  3. con la esplorazione teologica che colloca nel mistero di Dio l’identità della persona, nella rigenerazione dell’immagine la via della perfezione, nell’incarnazione la via della attuazione nell’oggi. Tale dialogo costituisce l’ambiente culturale che offre indicazioni educative nuove.

  4.  

    D - La spiritualità, fondamento della pedagogia

 

Lo stile pedagogico che Dio adotta nei nostri confronti, si presenta come il modello relazionale di fondo, cioè quello che deve ispirare ogni altro modello relazionale ed educativo.

Quello di Dio è Amore che dona pienezza di vita, che si fa provvidenza, che è misericordia instancabile e gratuita, che si fa prossimo per cercare il figlio smarrito perché non si perda, che si pone a servizio della vita con umiltà e carità. Con i sentimenti dell’amico, del fratello, del padre

 

In particolare: L’esperienza originale dell’essere amato/a personalmente, misericordiosamente, infinitamente, teneramente, attualmente da Dio, mentre continua ad alimentare le radici dell’appartenenza, forma la capacità di educare il cuore umano, predispone ad accogliere i segni, le parole, le testimonianze ispirate da Dio stesso operanti nella Chiesa.

L’ottica dell’accoglienza, della sollecitudine paterna e materna di Dio, la commozione davanti alla sua tenerezza e forza; i temi della fiducia, dell’ascolto umile silenzioso, della premura materna di Maria, della prontezza e fede di Giuseppe… formano atteggiamenti che caratterizzano lo stile della vita spirituale attuale del soggetto componente la FdM, capace, quindi di essere significativo come amico, fratello e padre..

  

E - Le strategie di azione in sinergie personali e comunitarie dentro la cultura circostante, in complementarietà con il territorio, tra il privato ed il pubblico, con due attenzioni prioritarie: i giovani poveri e le famiglie povere

Motivati unicamente dal desiderio di salvezza dei giovani e delle loro famiglie, il servizio di chi si consacra per raggiungere tali obiettivi stimola ad investire doti di intelligenza e di cuore da unire a quelle di altri fratelli e sorelle che tendono agli stessi scopi.

Lo spirito di famiglia si presenta come valore, manifestazione del mondo dei valori fondati sulla carità e inseriti nell’ambiente sociale e culturale circostante con intelligenza, creatività, efficienza ed efficacia.

Professionalità e passione educativa esprimono sfaccettature del diamante luminoso, energie educative che attivano strumenti, metodi, modi e contenuti a servizio degli obiettivi sia della propria crescita, sia della crescita dei giovani.

La crescita, comunque, è risultante di relazioni interattive e di libera adesione alle proposte di valore individuate dalla vita coerente.

 

In particolare: le strategie di intervento, con le modalità adeguate, attraverso le quali le intuizioni e le riflessioni pedagogiche si traducono in azione concreta…sono semplicemente attente alle esigenze globali dei giovani e delle famiglie.

L’operare della FdM, per essere fedele al passato ed efficiente-efficace oggi deve inevitabilmente:

  • ascoltare, per conoscere, le esigenze dei giovani e delle famiglie, nei vari contesti culturali di vita;

  • cercare connessioni e sinergie con quanti operano per raggiungere obiettivi complementari;

  • elaborare progetti operativi articolati, graduali, integrati.

Per realizzare il progetto.

Ci piace pensare che è soggetto componente effettivo della FdM colui che è oggettivamente in grado di partecipare alla realizzazione del progetto educativo e ad applicarsi effettivamente per attuarlo. In questo modo il componente la FdM si presenta come promotore di servizi educativi, sostenitore di collaboratori, riferimento stabile e fedele nell’opera educativa, motivato unicamente dal desiderio di salvezza dei giovani.

 


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