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Criteri di organizzazione del materiale


Criteri di organizzazione del materiale

Nel momento di raccogliere il materiale e presentarlo abbiamo pensato di fare in modo che rispettasse, per quanto possibile, la natura dinamica di quanto si va riflettendo e sperimentando.

I momenti del pensare pedagogico

Naturalmente è difficile ridurre in una struttura un processo, ma questo è uno dei casi in cui bisogna far di necessità virtù. Ecco allora che potremmo immaginarci che il pensare pedagogico si sviluppi fondamentalmente in tre momenti:

a.     l’evidenziazione delle domande

b.     l’evidenziazione delle risposte

c.     la messa in opera di strategie di intervento che collegano domande e risposte e aprono alla revisione e all’aggiornamento.

 

Domande e risposte sono, per natura loro, di tipo più riflessivo e teoretico. Noi li abbiamo tenuti insieme e abbiamo incluso tutti gli interventi di questo genere nella voce: Fonti generali. Sono la parte più pedagogica.

Li classifica il n.1, subito dopo la lettera indicativa del tema.

Le strategie di intervento si situano invece sul versante realizzativo o educativo. Qui l’attenzione è rivolta ai "come" dell’intervento pedagogico. Normalmente la sintesi che si produce a questo livello esce da una riflessione condivisa all’interno di équipes educative. Per questo abbiamo ritenuto opportuno chiamare gli interventi di questo tipo: Sintesi educative nella Famiglia del Murialdo. Esse sono interessate dunque a produrre strumenti educativi.

Le classifica il n.2, subito dopo la lettera indicativa del tema.

C’è un ulteriore aspetto che ci sembra rilevante, sebbene meno elaborato. È quanto abbiamo raccolto nell’area: Intuizioni & libero scambio. Si tratta di riflessioni educative, pareri, impressioni a carattere più immediato o semplice; qui ci potrebbe stare anche del materiale più vario, come conferenze, incontri, preghiere, canti, giochi, ecc, che ha come comun denominatore il fatto di essere utilizzato con frutto nel quotidiano agire degli educatori.

Li classifica il n.3, subito dopo la lettera indicativa del tema.

Le direzioni del pensare pedagogico

Se tutto questo ci richiama qualcosa che si svolge lungo dei tempi differenti e attraverso delle tappe che, con molta approssimazione potremmo raffigurarci disposte lungo la linea del tempo, potremmo pure immaginarci che, a partire dal nucleo del pensare pedagogico, partano molte linee in direzioni diverse nello spazio.

Queste linee le vogliamo chiamare temi, o aree tematiche, a indicare una loro sostanziale unità di oggetto.

Ne abbiamo individuati 5 dal nostro punto di vista.

Un primo tema riguarda il confronto tra la nostra pedagogia e le esigenze dei giovani di oggi. Si tratta di un confronto e cioè del venire a contatto di due mondi differenti: quanto noi sappiamo o immaginiamo dei giovani e ciò che essi, invece, sono in realtà. Indichiamo questo tema con la lettera A.

 

 

Un secondo il confronto tra le nostra pedagogia e la scienza pedagogica odierna. Anche qui si tratta di un confronto: le nostre convinzioni pedagogiche/educative da un lato e, dall’altro, il frutto di quanto si va elaborando nei vari laboratori sparsi in giro per il mondo. Indichiamo questo tema con la lettera B.

Un terzo i fondamenti spirituali della pedagogia. I fondamenti per natura loro danno motivo di sussistere a tutto il resto, dicono della solidità complessiva della struttura. L’uomo nuovo è quello che si lascia illuminare ed attrarre dalla Parola. Indichiamo questo tema con la lettera C.

Un quarto il rapporto fra la tradizione e l’attualità. Uno sguardo rivolto al passato della nostra tradizione educativa comune ci aiuta a cogliere di essere parte di un cammino più grande di noi, al quale siamo debitori per un verso di fedeltà, e per un altro di capacità di rinnovamento in modo da renderlo vivo anche oggi. Indichiamo questo tema con la lettera D.

Un quinto ciò che ci sembra di intravedere verso un domani della nostra pedagogia. Sono le nostre immaginazioni circa il futuro, i nostri desideri e le nostre speranze. Questo libro / sito, ad esempio, è la speranza che il pensare pedagogico non cessi, ma anzi si alimenti sempre più in ciascuno di noi. Indichiamo questo tema con la lettera E.

Precedono questi temi una serie di scritti che hanno rappresentato come dei "punti di partenza", delle spinte, a questo processo che ci sembra si sia messo in moto. Li abbiamo chiamati, insieme, Input alla ricerca: in qualche modo eterogenei, li riconosciamo però come degli stimoli che hanno spinto ed aiutato a "partire".

Da ultimo, quasi un fuori programma, ma assai "in tema", dei suggerimenti di approfondimento: delle proposte bibliografiche, a indicare che si può "sempre volare un po’ più in là" e arricchire il proprio pensare ed agire.

Il testo, dunque, si presenta alla lettura con queste indicazioni:

 

Le sezioni del testo (numeri a margine dei brani) sono state pensate per facilitare la ricerca e l’individuazione dei brani citati o da citare.

Per comodità, le citazioni, nel corso del testo, si rifanno alla suddivisione del libro.

Un esempio: se volessimo indicare in una citazione la seconda sezione di testo della pagina che si è appena visto come modello, scriveremmo:

Muratore M.G. & Manetti A., B 1.1 (2).

Volendo trovare tale citazione, basta cercare nel libro l’articolo che corrisponde a B 1.1 (2), aiutandosi con le linguette poste sul margine esterno della pagina.

Da notare che nella citazione il nome dell’autore è aggiunto per chiarificare in modo immediato a chi appartiene l’articolo.

Ecco qui sotto come leggere le varie parti della citazione:

 

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